Artisti italiani: M – Z

Di seguito potrete trovare una breve biografia degli artisti italiani presenti nel nostro Museo come nelle maggiori collezioni di tutto il mondo.

Mattia Renato
“Romano de Roma”, Renato nacque nel 1930 a “Borgo”, il pittoresco quartiere oggi in gran parte scomparso a seguito delle demolizioni attuate per la costruzione di Via della Conciliazione, la grande strada che conduce da Castel S. Angelo a S. Pietro.

Era figlio di un abile plasticatore e mosaicista della celebre scuola vaticana e fratello di Mario, insieme al quale fu tra i fondatori dell’Associazione Italiana Amici del Presepio. Mario, anche lui abilissimo presepista, in seguito diventerà Presidente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio.

Profondo conoscitore del colore e abilissimo nell’uso dell’illuminazione e della prospettiva, Renato, con il fratello Mario, nel 1947 “inventò”, nella Parrocchia di Santa Maria in Via, un nuovo “stile” di Presepio romano, che soppiantò nel tempo le tradizionali grotte e stalle in sughero che caratterizzavano le rappresentazioni della Natività in uso nelle famiglie romane.  

Forse perché impregnato dall’aria di “romanità” che certamente si respirava in Borgo, Renato iniziò a riprodurre nel presepio angoli di quella Roma a cavallo tra fine ‘800 e primi ‘900, ispirandosi agli acquerelli del pittore di origine austriaca Ettore Roesler Franz, attivo nella Capitale tra i due secoli, che immortalò in una serie infinita di quadri e disegni gli angoli più caratteristici della città, opere che oggi costituiscono una sorprendente e preziosa documentazione di una Roma ormai scomparsa (infatti la sua opera è complessivamente conosciuta come “Roma sparita”).

La sua intuizione ebbe un successo forse imprevisto e imprevedibile, tanto che oggi a Roma il presepio “è” quello ambientato nella città di fine Ottocento. A Santa Maria in Via, oggi sede della Sezione romana dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, intitolata a Mario Mattia, dalla sua scomparsa avvenuta tre anni fa, la tradizione continua e ogni anno vengono riprodotti scorci sempre diversi, ricostruiti dopo un attento e approfondito studio iconografico, architettonico e sugli usi e costumi dell’epoca.  

Renato Mattia scomparve, purtroppo prematuramente, nel 1978.


Mazzeo Antonio
Fu tra i migliori esponenti della nobile scuola della cartapesta leccese. Dell’inizio del ‘900, seppe tramandare una tradizione che tuttora si perpetua, caratterizzando le sue figure con una lavorazione fine e preziosa e nel contempo riuscendo a conferire ad ognuna di esse un’anima, la calda umanità della gente d’ogni giorno. Fu abile sia nella lavorazione della cartapesta che della creta e modellò figure di tutte le dimensioni, anche microscopiche.

Il “Cavaliere del Presepio”, come ebbe a definirlo Rossella Barletta nella commemorazione fattane su “La Tribuna del Salento” del 16 dicembre 1975, nacque il 16 giugno 1907 a Lizzanello (Lecce), e si appassionò sin da bambino all’arte della scultura tanto che il padre, possidente, lo iscrisse alla Scuola d’Arte di Lecce, dove condusse gli studi con passione e dedizione. Crebbe alla scuola di Sacquegna e Guacci, tra i maggiori esponenti dell’arte della cartapesta leccese, prima di aprire una sua propria bottega dove iniziò a lavorare con febbrile intensità, modellando statue sacre e bassorilievi di tema religioso.
Ben presto però, attratto dal presepio e rapito dal Mistero dell’Incarnazione divina, si dedicò quasi esclusivamente alla realizzazione di “pupi”, le statuine per presepio, che peraltro nelle sue mani diventano vere e proprie sculture in miniatura, perfette in ogni dettaglio, spesso modellato con punte di spillo. Lavorò tutto a mano, senza l’uso di stampi.

Già nel 1931, alla Fiera di S. Lucia di Lecce, ottenne il primo riconoscimento ufficiale vincendo il primo premio per il miglior presepio.
Scelse soggetti popolari, quanto mai vivi per atteggiamenti reali e gesti di grande poesia, come la Madonna che bacia teneramente il Bambino. Spesso si tratta di figure alte appena pochi millimetri, che solo con l’ausilio di una lente di ingrandimento (che lui peraltro non utilizzò mai nel suo lavoro) si possono apprezzare interamente nella perfezione dei lineamenti e dei dettagli (incredibili le dita staccate e perfettamente modellate nelle figure, alte meno di mezzo centimetro, della piccola grotta conservata al Museo).
Ottenne innumerevoli premi e riconoscimenti.

A soli 68 anni, scomparve il 7 agosto 1975, vittima di un incidente stradale mentre rientrava, in bicicletta, da Lecce a Dragoni di Lequile, dove viveva.
Gli venne dedicata una retrospettiva, dal 13 al 22 dicembre 1991, nel Castello Carlo V di Lecce, a cura di A.E. Foscarini e I. Laudisa, in occasione della quale fu ricordato in una monografia sul catalogo dal titolo “Una vita per il Presepio: Antonio Mazzeo (1907-1975)”. 


Minutolo Raffaele
Scultore e pittore, maestro nelle miniature, “mago” del DAS, ricco d’estro e inventiva, originale nelle sue creazioni sempre ricche di fascino e poesia: queste potremmo indicare tra le principali caratteristiche di questa grande figura di uomo e artista. Nella sua infanzia e giovinezza, molto travagliate (è nativo di Porto Said, in Egitto, e la sua famiglia a più riprese ha dovuto abbandonare tutto a causa delle ripetute guerre) ha seguito studi artistici. Dal 1955 vive ad Anzio e dal 1970 si è dedicato al presepio, realizzando pregevoli scenografie (alcune delle quali conservate nel Museo del Presepio di Villanova di Modena, purtroppo chiuso da alcuni anni) ma facendosi soprattutto apprezzare per l’abilità di modellatore: la creta, e soprattutto il DAS, la pasta da modellaggio che secca senza cottura, nelle sue mani si piegano ad ogni suo volere e le sue creazioni sono di squisita fattura e di sorprendente realismo, come testimoniano i due banchi da mercato conservati nel Museo. Assiduamente presente come insegnante, negli anni ’70, ai corsi di tecnica presso la sede nazionale a Roma, dopo un lungo periodo di assenza dalle … “scene” presepistiche per problemi di lavoro e famiglia, è recentemente tornato ad occuparsi a tempo pieno di Presepi grazie allo stimolo fornitogli dalla Sede AIAP di Nettuno, che lo ha coinvolto nelle sue attività: dopo tanti anni di inattività, e malgrado le sue … non poche primavere, Minutolo si è immerso nella vita della sede con entusiasmo giovanile, in poco tempo riprendendo, come si dice, “la mano” e realizzando nuovi lavori e tornando ad insegnare con generosità e coinvolgente passione la sua arte.


Narracci Francesco
Nato a Conversano (BA), Narracci, appresa l’arte della scultura dal padre, si è presto imposto come uno dei migliori plasticatori in terracotta, creando una bottega artigiana e dando vita a statue di pregevolissima fattura, ambite dai collezionisti e, per la sua capacità di interpretare al meglio i desiderata dei committenti, inserite in numerosissimi presepi in Italia e nel mondo.


Original Heide
La ditta HEIDE, è un’impresa familiare con sede a Pontives (Ortisei) nella Val Gardena, valle nota per le sue sculture in legno. La ditta è stata creata nel 1970 dallo scultore Heinrich Demetz che, dopo tutti i tradizionali tirocini presso vari maestri del settore, ha raggiunto il titolo di maestro scultore. La ditta è a gestione familiare: Heinrich scolpisce le statue che vengono dipinte da una delle figlie e vestite dalla moglie e dall’altra figlia, mentre il figlio scolpisce le figure di animali.

Le loro creazioni sono esclusivamente in legno e la loro specialità sono i presepi “vestiti” con le articolazioni movibili, creati in tutte le misure e variazioni, e recentemente caratterizzate da una preziosa colorazione chiaroscurata. Questi presepi si possono trovare esposti in tutto il mondo.


Pesa Giuseppe
Calabrese di Seminara, fu ultimo erede di una bottega artigiana (nato nel 1901, crebbe alla scuola del nonno e del padre) e portò avanti la nobile tradizione della scultura calabra in terracotta. Non volle mai utilizzare stampi e caratterizzò le sue figure con un’attenta pittura lucida ad olio. Può considerarsi l’ultimo grande “pastoraro” calabrese.


Pigozzi Antonio
Vive e lavora a Gazzano di Villa Minozzo (Reggio Emilia), sui dolci pendii dell’appennino tosco-emiliano. Dei montanari di un tempo conserva la semplicità e l’umiltà, ma pure una sorte di perenna fanciullezza di mente e di cuore che gli consente ancora, dopo trentacinque anni, di dedicarsi all’arte presepistica e di accostarsi alla magia del Natale sempre  con animo nuovo.
Straordinario presepista autodidatta, ha maturato uno stile personale inconfondibile nelle ariose scene ispirate a scorci e borghi della sua terra.
Antonio Pigozzi ha il merito di avere inventato uno stile del tutto particolare nella scenografia presepiale, introducendo molte novità e innovazioni nelle tecniche tradizionali.
Con grande generosità, ha condiviso con altri presepisti le sue tecniche, contribuendo al miglioramento qualitativo del movimento presepistico italiano e internazionale. Ha ricevuto diversi riconoscimenti e vinto premi. Nel corso degli anni ha realizzato numerosi corsi di tecnica presepistica, sia teorici che pratici.

Sue realizzazioni sono allestite nelle principali mostre permanenti e strutture museali italiane e straniere (Museo Tipologico Internazionale del Presepio di Roma, Museo del Presepio di Brembo di Dalmine, Museo del Presepio di Giarre, Associazione di Barcellona, Museo del Presepio di Mollina (Andalusia), Krippenmuseum di Dorbirn-Austria, Krippenmuseum di Wildermieming in Tirolo, Krippenmuseum ad Oberstadion-Gemania).

La maggior parte delle sue creazioni è stata pubblicata sui periodici presepistici italiani e stranieri.
La personale raccolta di diorami e presepi scenografici allestita in una ex stalla di Gazzano, riveste un eccezionale interesse presepistico: una trentina di scene che lasciano letteralmente senza parole per la loro commovente bellezza. Le ambientazioni, sia popolari che orientali, pur essendo curate nel dettaglio e con rigore filologico, non danno una sensazione di qualcosa di artificioso. Stupiscono al contrario per la loro naturale realisticità: i monti, i borghi, gli scorci architettonici, le statue e la vegetazione sono presentati in una sinfonia di colori, luci, superfici e figure.

E’ stato insignito, a gennaio 2020, del maggior riconoscimento presepistico mondiale: il Premio Un.Foe.Prae.


Piscopo Antonio
Appassionato del presepio sin dall’infanzia, da buon napoletano ha dato vita a spettacolari scenografie in sughero, sovente arricchite da effetti “speciali”, facilitato in questo dalla sua attività di tecnico elettronico. In seguito il suo interesse è stato attratto dal modellato, raggiungendo l’eccellenza nella lavorazione della porcellana. Le sue creazioni hanno sempre un tocco di originalità e col tempo, affinando la tecnica, Piscopo ha affidato alle sue creazioni messaggi che lo spettatore è chiamato a decriptare dai numerosi richiami simbolici inseriti nei suoi presepi.


Rumolo Mario
Napoletano, iniziato dal padre sin dall’infanzia all’arte del presepio, come pochi altri sa creare “pastori” fedelissimi agli originali settecenteschi, montando, atteggiando e vestendo i pezzi scolpiti dai migliori maestri napoletani con rara perizia e attenta cura nella scelta delle stoffe, ricercate con maniacale attenzione. Abilissimo anche nella realizzazioine degli “argenti”: dalle sue mani sono usciti preziosi e raffinati monili, finimenti per il corteo dei Magi, armi varie, manici per bastoni, fino ai minuscoli bottoni, tutto in argento vero e antichizzato.


Salemi Enico
Messinese, si appassiona all’arte nello studio del padre, docente di materie artistiche e pittore. Si dedica in particolare alla scultura e si esprime al meglio con l’argilla, dando vita anche a intense e originali Natività. Partecipa a numerose mostre collettive riscuotendo unanimi apprezzamenti.


Scarlatella Francesco
Da diverse generazioni la famiglia d’arte Scarlatella, attraverso le ceramiche e le terrecotte, ha guadagnato riconoscimenti e apprezzamenti sia in Europa che in America. Francesco è esponente dello stile tradizionale della Scuola siciliana del ‘700 che a Caltagirone ebbe come insigne maestro il Vaccaro.I suoi Presepi sono modellati rigorosamente in terracotta, spesso lasciata al naturale.

Poliedriche sono le sue creazioni: fantasia e duttilità lo aiutano a creare opere sempre diverse.Due Presepi dell’artista sono stati donati al Santo Padre e sono esposti nei Musei Vaticani, altri figurano nei Musei di Lione, Merano, Barcellona, Assisi, Dalmine e in collezioni private di varie località, anche negli Stati Uniti, in Germania ed in Francia.


Serra Efisio
L’arte della famiglia Serra nasce ad Oristano alla fine degli anni Cinquanta dall’estro di Efisio Serra (padre di Giampaolo, che attualmente ne prosegue il lavoro) che, affascinato dalle trasformazioni naturali della ferula, pensò di ricavarne figure per il presepio. La ferula (ferula communis) è una pianta erbacea perenne a fusto alto che secca nel periodo estivo, è presente in tutta la Sardegna e soprattutto nelle zone litoranee ed in collina. La tecnica di lavorazione è un’operazione laboriosa che esalta la manualità e la fantasia dell’artigiano attraverso la costruzione minuziosa e paziente di ogni singolo pezzo che risulta unico e diverso da ogni altro. Opere di Efisio Serra sono in esposizione permanente in diversi musei, in Italia e all’estero.


Scrivani Giuseppe
Nato a Genova, è un appassionato di arte plastica e ricercatore di documenti e figure dell’antico Presepio genovese, dei quali è anche collezionista. Dal 1978 si dedica anche alla creazione di Presepi in terracotta monocroma e policroma e di personaggi tipici e tradizionali. Ha esposto in rassegne personali presso diverse gallerie di Genova, Arenzano, Piacenza, Napoli. Di lui hanno scritto diversi giornalisti e critici. Scrivani, con i suoi Presepi di ceramica, propone una rilettura della tradizione in una dimensione di fruizione dell’oggetto d’arte: tale rapporto non è mai vincolato a un tempo o a una situazione particolare ma è possibile sempre, quando il Presepe diventa fulcro di interessi culturali, storici e di esigenze estetiche. Iscritto all’Associazione Italiana Amici del Presepio da quasi quarant’anni, Giuseppe Scrivani (poiché, come dice lui, la passione non tramonta) continua a realizzare deliziosi Presepi, piccole opere in terracotta da cui traspare tutto l’amore per la sua terra. Ma Scrivani non si limita a questo: infatti intrattiene rapporti con gli altri presepisti liguri e si impegna affinché non vengano dimenticate le “figurinaie” albisolesi, le straordinarie artigiane (e forse anche artiste, senza saperlo) che iniziarono una scuola che ha dato grandi figure di maestri presepisti, quali il mitico “Baciccia”, e che oggi è più viva che mai e meriterebbe una maggiore attenzione.


Steinberg Marga

Nata a Düsseldorf (Germania) nel 1893 e morta a Firenze nel 1955, nata da una famiglia rigidamente ebraica, studiò arte a Monaco e divenne pittrice. A seguito delle persecuzioni razziali naziste, la famiglia riparò in Italia e in seguito Marga abbracciò con convinzione la fede cattolica (una sua figlia divenne suora). Modellò il suo primo presepio durante l’occupazione nazista in Italia, e in seguito volle modellarne un secondo, più grande, composto da varie scene (Adorazione dei pastori e Corteo dei Magi davanti ad Erode) al quale lavorò per oltre quindici anni, fino a pochi mesi prima della sua morte. Modellò le teste e gli arti in plastilina, ricavandone in seguito un calco in gesso in cui colò cera colorata. Montò i modelli così ottenuti su un’anima di legno e fil di ferro e vestì le figure con perizia, arricchendole con passamanerie e inserti in velluto e damaschi. Usò seta e lana per i capelli. Il presepio venne esposto in molte prestigiose sedi, a Firenze (San Miniato, San Lorenzo, Orsanmichele), a Milano e a Lugano ein seguito venne donatoal Museo, nel 1987, dalla figlia, Suor Gertrude Bertha Steinberg.