Artisti italiani: A – L
Di seguito potrete trovare una breve biografia degli artisti italiani presenti nel nostro Museo come nelle maggiori collezioni di tutto il mondo.
Agnini Lino
Di origine pugliese, lavora in Veneto. Pittore e scultore, ha frequentato scuole d’arte, in particolare per la ceramica, arte in cui eccelle. Le sue figure non sono mai anonime ma fortemente caratterizzate, con i volti segnati dalla vita, ed i corpi tormentati, fissati in gesti e atteggiamenti esasperati e drammatici. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e sue opere sono conservate in importanti Musei (tra cui le Stanze ed i Musei Vaticani) e Cattedrali, tra cui quelle di Isernia, Loreto, Taranto e il Santuario di Greccio.
Ammanniti Ferdinando
Romano di Trastevere, squisito e raffinato pittore autodidatta, seppe esprimersi al meglio anche nelle scenografie. Ha curato l’allestimento di molti diorami esposti nel Museo e ne ha realizzato uno. Un suo Presepio è stato donato al S. Padre Paolo VI.
Arte Barsanti
E’ un’antica e premiata fabbrica, fondata nel 1900 da Carmelo Barsanti che per primo avviò in Bagni di Lucca la produzione di statue in gesso alabastrino. Carmelo Barsanti, nato in Italia nel 1879, emigrò a Rhone, in Francia, dove si appassionò ai presepi della tradizione provenzale. Tornato in Italia attorno al 1900, seppe coniugare quanto appreso in Provenza con la tradizione degli “stucchini” della Lucchesia e della Garfagnana, dando vita a quel connubio che sarebbe stato alla base della grande diffusione popolare del presepio italiano.
A Bagni di Lucca Barsanti aprì un laboratorio di statue di gesso, specializzato in arte sacra e presepi. Quel laboratorio oggi è ancora lì, passato da una generazione ad un’altra, da Carmelo al figlio Fedele, da questi alla figlia Maria, e a suo marito Pierangelo Fiori, infine oggi nelle mani del loro figlio Simone. Una straordinaria bottega che ha ricevuto anche il riconoscimento ufficiale dall’Unione Europea.
Arte Barsanti è specializzata soprattutto in statue sacre, con un vastissimo assortimento di personaggi da presepio, realizzati con gli antichi stampi e quindi unici nel loro genere: è forse l’unica fabbrica a non aver ceduto alla facile tentazione di produrre in resina le proprie opere, preferendo rimanere fedele all’uso del gesso.
Bardi Anna
Romana, delicata pittrice, raffinata intarsiatrice e scultrice di doti non comuni. Le sue statue sono in terracotta rivestite con stoffe colorate e drappeggiate fuori dai canoni barocchi. Spesso sono composte in gruppi autonomi che non necessitano di scenografie.
Biondo Paolo
Nato a Caltagirone, ha iniziato a modellare l’argilla presso importanti botteghe artigiane. Valente continuatore della tradizione calatina che fin dal XVIII secolo si è caratterizzata per le splendide figure in terracotta caratterizzate da intenso realismo, Biondo ha saputo raffinare sempre più la tecnica distinguendosi anche per l’originalità di atteggiamenti e la dettagliata colorazione. Sue opere sono esposte nei principali musei del settore e animano numerosi presepi in Italia e nel mondo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti partecipando a prestigiose manifestazioni artistiche.
Bombelli Pier Luigi
Eminente figura di rilievo internazionale di maestro presepista, studioso e storico del presepio, collezionista, attivamente impegnato anche nell’organizzazione del movimento presepistico italiano e internazionale, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Pier Luigi Bombelli è nato e risiede a Sergnano, in Lombardia, in provincia di Cremona. Si è formato come presepista alla scuola di Claudio Mattei di Ponte San Pietro (Bergamo) e si è perfezionato in seguito grazie ad Antonio Pigozzi (sul canale Youtube dell’AIAP potete vedere un loro corso) ed ai maestri catalani del gruppo di Francesco Romagosa. Iscritto all’Associazione Italiana Amici del Presepio dal 1988, si è distinto presto per la cura nei dettagli ed il particolare taglio visuale delle sue creazioni. Presepi da lui realizzati sono stati acquisiti da varie strutture museali che le espongono in mostra permanente e le utilizzano per mostre temporanee, anche fuori sede, in Italia e all’estero (ad esempio a Santo Domingo, Malta e Krippana).
Ha sviluppato una particolare sensibilità intimistica per le scene di interni, ricostruendo fedelmente spazi della tradizione popolare rurale della campagna cremasca o delle valli bergamasche. Cura in modo particolare la scelta delle statue intessendo rapporti diretti con i migliori scultori, soprattutto italiani e spagnoli, e facendo spesso realizzare pezzi unici su suo disegno.
Sue opere trovano ogni anno collocazione nelle maggiori mostre presepistiche che si allestiscono in tutta Italia (Verona, Milano, Firenze, Siena, Castelli Calepio, Lecce, Tolentino, Groppello d’Adda, Modena, Galliate, Gazzano, Penne, Roma, Reggio Calabria, Giarre, ecc.), ricevendo unanimi consensi dagli organizzatori e dal pubblico. La maggior parte delle sue creazioni sono state pubblicate sui periodici presepistici italiani e spagnoli. Ha partecipato all’allestimento di diorami presepistici presso vari Musei, tra i quali il “Krippana” di Büllingen (Belgio, 1989) ed il Krippen-Museum di Dornbirn (Austria, 2005). Nel 1998 è stato vincitore del primo premio al concorso internazionale presepistico “Begarelli” di Modena.
Validissimo “maestro presepista”, ha illustrato, con semplicità e chiarezza, le sue tecniche e condiviso le sue conoscenze in numerosi corsi, tenuti spesso in coppia con Antonio Pigozzi, sia in Italia che all’estero. Profondo conoscitore del Presepio, di cui ha approfondito lo studio della storia, dei suoi interpreti, nonchè del suo significato religioso e simbolico, ha tenuto spesso conferenze sul tema, sempre apprezzate per l’esposizione esaustiva quanto accattivante e coinvolgente.
Ha scritto numerosi articoli, pubblicati su cataloghi e sulle principali riviste del settore (e in particolare su “Il Presepio”, rivista dell’Associazione Italiana Amici del Presepio) sulla storia del presepio, su alcuni presepi storici, sulle principali tecniche, nonché curato dettagliati reportage su manifestazioni, musei e mostre in Italia e all’estero. Ricordiamo anche il suo libro del 2015, ormai già introvabile, “Presepi di carta”, scritto con la moglie Emanuela Carpani, e che colma una evidente lacuna su questo genere presepistico.
Dal 1989 al 2000 è stato consigliere del Museo del Presepio di Brembo di Dalmine (Bergamo). Dal 2005 al 2014 è stato Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, con delega ai rapporti con le Sezioni.
In virtù della sua lunga esperienza e profonda conoscenza del movimento presepistico non solo nazionale ma anche internazionale, riveste, dal 2016, il ruolo di Consigliere nel Direttivo dell’Universalis Foederatio Praesepistica (Un.Foe.Prae.), la Federazione presepistica internazionale. Durante l’Assemblea Generale del XX Congresso Un.Foe.Prae., nella sera del 21 ottobre 2016 a Bergamo, riceve il premio Un.Foe.Prae., la massima onorificenza presepistica mondiale.
Il suo Presepio esposto nel Museo di Roma si intitola “Maternità” ed è ispirato al quadro “Le due madri” (1889) di Giovanni Segantini: si tratta di un’opera originale e suggestiva, che unisce la perfezione tecnica ad una profonda e sentita vena poetica.
Boselli Raffaele
Siciliano di nascita (il suo cognome, col quale venne conosciuto e apprezzato nella prima parte della sua vita artistica, era Pisello), segue la grande tradizione calatina del modellato. Gli studi d’arte e il suo desiderio prorompente di sperimentare e cimentarsi in sempre nuove esperienze lo portano a variegare i suoi campi d’interesse, raggiungendo risultati eccelsi nelle più svariate tecniche e padroneggiando con sicurezza ogni materiale. Scultore apprezzato, capace di esprimersi al meglio sia nell’ambito figurativo che nel non figurativo, ha esposto nella più prestigiose sedi e realizzato opere per numerose città e istituzioni.
Cenere Mario
L’ultimo figulinaio di Loano. I suoi macachi, semplici e coloratissime figure in terracotta, ricalcano quelle che venivano realizzate nel periodo autunnale dalle operaie delle manifatture ceramiche di Albisola.Ceneresi è impegnato a far rivivere una tradizione durata oltre un secolo e cessata con l’inizio del benessere economico.
Il termine macaco indica, in senso dispregiativo, qualcosa di malfatto, letteralmente “scimmia”: i macachi venivano denominati in questo modo perché si presentano all’apparenza brutti, poco definiti, solo abbozzati, in quanto l’abilità manuale delle figulinaie era molto limitata non essendo né scultrici né artigiane, ma semplici operaie che mettevano nel lavoro la loro passione e la loro ingenuità. Ad un’analisi meno superficiale e più approfondita, si scoprono in queste statue un mondo affascinante, un’umiltà disarmante, una poesia di rara bellezza.
Mario modellava la creta creando i personaggi originali con le proprie mani, staccandosi e divenendo in questo modo vero figulinaio di macachi, dal modellato semplice abbinato ad una colorazione vivace e un po’ naïf; la fantasia nei personaggi, nelle loro occupazioni, e l’allegra composizione dei gruppi, fanno dei Presepi di Mario un unicum nel panorama ligure.
Criscione Giuseppe
Giuseppe Criscione è stato uno dei maggiori interpreti dell’arte presepistica italiana. Siciliano, valente pittore ma soprattutto scultore noto in tutto il mondo, Criscione ha iniziato a lavorare nel 1964 nella sua bottega a Ragusa, ma era nato, nel 1940, a Vallelunga Pratameno, vicino Caltagirone, e può considerarsi il più abile e fedele continuatore della locale grande tradizione della scultura in terracotta, che data al XVIII secolo e che ebbe nei Bongiovanni-Vaccaro i massimi esponenti. Di questa scuola Criscione seppe cogliere il realismo minuzioso che ha caratterizzato tutte le sue creazioni, non solo presepistiche: gli abiti logori, i mille dettagli, la potenza espressiva dei volti, la naturalezza degli atteggiamenti, tutto contribuiva a rendere vive e palpitanti le sue statue. Criscione ha saputo conferire alle sue creazioni una evidente personalità di atteggiamenti tanto che le sue opere risultano assolutamente riconoscibili e originali.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, e le sue statue, che impreziosiscono tanti diorami che ogni anno possiamo ammirare nelle varie mostre, sono esposte in molti presepi permanenti e nei principali musei in tutto il mondo, compreso il nostro museo di Roma che conserva una serie di statue in terracotta naturale di straordinaria bellezza. Criscione ha saputo coinvolgere nella sua attività il figlio Alberto, diventato anch’egli valente scultore: a lui è affidato ora il compito di continuare a far vivere la storica “bottega” di Piazzetta Tomei a Ragusa, rinnovando e tramandando l’arte paterna.
Si è spento nel novembre 2013.
Di Carlo Mario
Abruzzese di nascita e romano d’adozione, nato nel 1927, apprese l’arte del modellato nella bottega romana dello zio, plasticatore e modellatore, divenendo un autentico mago nell’uso del gesso. Collaborò alla realizzazione del grandioso plastico di Roma Imperiale tuttora esposto nel Museo della Civiltà Romana all’EUR, e lavorò alla scenografia di numerosi film, nell’epoca d’oro di Cinecittà, tra cui “Cleopatra” e “Il tormento e l’estasi” (fu una sua creazione il masso di finto- marmo da cui Charlton Heston/Michelangelo ricaverà la Pietà). Fu abilissimo tanto nella riproduzione di ruderi (famosi i suoi capitelli) che di architetture popolari, ma seppe creare inimitabili e sorprendenti scenografie anche dal semplice cartone. Apprezzatissime le sue lezioni nei Corsi di Tecnica organizzati presso il Museo.
Grazioli Tonino
Salentino, terra dove da tempo si è sviluppata una forte sensibilità verso il mondo del Presepio, Grazioli ha appreso la passione per il presepio dai suoi genitori, ed in particolare dal papà, abile puparo che gli ha trasmesso ed insegnato sin da bambino l’arte della terracotta. Dice Grazioli: “La voglia di provare ed aprirsi a nuove soluzioni artistiche mi ha portato a misurarmi con dimensioni piccolissime”. Parlare di miniature può essere riduttivo visto che egli riesce, anche senza l’ausilio di qualsiasi apparecchiatura ottica, a plasmare con un dettaglio particolarmente marcato e definito statue alte poche millimetri. Queste statuine di alta qualità vengono modellate usando degli spilli e pochi altri attrezzi che lo scultore ha saputo costruirsi per la propria necessità. Grazioli non si limita alle statue: egli realizza anche dei minuscoli, straordinari diorami scenografici che prendono posto all’interno di mezzo guscio di noce oppure in una conchiglia in madreperla o ancora nelle cipolle di vecchi orologi da tasca, realizzando come per una grande scenografia un proscenio, due o tre quinte ed il panorama come fondale, sfruttando sapientemente gli accorgimenti prospettici. Pur lavorando in queste dimensioni, Grazioli non tralascia il dettaglio: pecore, galli, colombe oppure particolari che la fantasia gli suggerisce diventano elementi della scenografia stessa, completandola e rendendola ancor più accattivante. Maestro ceramista, l’artista Tonino Grazioli ha frequentato l’istituto d’arte di Lecce verso la fine degli anni Sessanta.
Griffo Gregorio
Più noto come “Bruno”, vive e lavora a Penne (PE).
Griffo realizza anche decorazioni e stemmi scolpiti in polistirene che lasciano esterrefatti per la ricchezza di fregi e ricami che sembrano impossibili da ottenere nel materiale da lui usato: un esempio ne è lo stemma associativo, che ha donato al Museo, così come il diorama qui riprodotto, e che è stato rielaborato ponendo simbolicamente l’Associazione sotto la “protezione” del Cupolone di S. Pietro.
Il suo stile artistico, raffinato e sapiente, esprime, senza fronzoli e senza pseudofilosofia, descrizioni figurative bibliche, avvenimenti storici, rappresentazioni monumentali con fregi e particolari di grande bellezza. Le sue realizzazioni scenografiche sono sempre in polistirolo o polistirene, che nelle sue mani diventano materiali “parlanti”, si trasformano in libro sul quale esprimere racconti, sentimenti, realtà. Anche l’uso del colore è ridotto al minimo, affidando Griffo la decorazione finale soprattutto a una semplice spolverata di sabbia che conferisce alle rocce un effetto realistico quanto incisivo.
Una caratteristica, forse la principale, dell’opera di Griffo è proprio quella di privilegiare le “emozioni” (certo non a scapito della tecnica, che pure c’è ed è sapiente): mai banale, si direbbe che Gregorio mette mano ad un lavoro solo quando sa di poter dire qualcosa di nuovo e di diverso, e soprattutto solo quando è certo di poter affidare al polistirolo un messaggio capace di sorprendere e suscitare sentimenti.